Al telefono con Elio, stamattina, come di consueto. Per mantenere un filo con Roma. Ma oggi il bollettino è triste: Maria Luisa Spaziani ci ha lasciato. Così, all'improvviso. Per come l'ho conosciuta, so bene che non aveva alcuna intenzione di andarsene: farlo in questo modo, quasi di nascosto, nel mezzo dell'estate, ha tutto il sapore dell'imprevisto, del non voluto. Certo, la morte è sempre imprevista e non voluta, ma nel caso di Maria Luisa doveva esserlo ancora di più. La sua vitalità intellettuale, la sua curiosità delle persone, del lavoro altrui, erano il segno chiaro del suo voler restare, del suo condividere esperienze. La sua attenzione era un dono raro.
È stata l'ultima persona, tra quelle che ho avuto la fortuna di incontrare, a conoscere a fondo l'arte della conversazione. Con lei i discorsi potevano fermarsi sull'attualità come sulle questioni più difficili e intime del fare poesia: Maria Luisa non si sottraeva mai, anzi accettava la sfida e la provocazione, sempre pronta a dare il suo punto di vista. Qualche volta amava il bluff, o si divertiva a spiazzare il suo interlocutore, specie con gli estranei, con chi s'imbatteva in lei la prima volta: era il suo modo per capire chi le stava di fronte. Non per giudicare, ma per calibrare meglio il suo dire.
Era dentro se stessa, Maria Luisa, e ben consapevole di esserlo, come di essere una delle ultime figure di una società, per la quale la cultura era un valore assoluto, anzi il valore. Poteva apparire come una regina goffa, ma pur sempre affabile e disponibile nella sua cortesia piemontese. I toni aggressivi non erano per lei.
Due persone, a Roma, riuscivano sempre a mettermi di buon umore: Dario Bellezza, con le cronache dei suoi scombinatissimi incontri notturni, e Maria Luisa, con i suoi aneddoti, le sue storie, la sua profonda ironia. All'assenza di Dario non mi sono ancora abituato, e adesso si aggiunge quella di Maria Luisa. Anche se i nostri contatti si erano fatti necessariamente più radi, negli ultimi anni, il ricordo dei nostri incontri e delle nostre conversazioni è rimasto come una compagnia, pur nella lontananza. Della sua poesia non voglio dire nulla, oggi: parla da sé, nel Meridiano Mondadori che la raccoglie e che abbiamo festeggiato insieme due natali fa e ottimamente curato da Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia.
Ciao, Maria Luisa, grazie per aver fatto un po' di strada con me.
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