È il tardo pomeriggio del 16 ottobre. Rocco Micale è pronto ad accogliere gli ospiti davanti alla sede della mostra…
ed ecco il pubblico che inizia ad affluire…
Nella sala piena Rocco viene presentato da me…
e cominciamo a dialogare sulle sue opere, sui loro significati e sulle tecniche:
La gente in sala ascolta attenta e si accinge a sua volta a fare domande.
Si riconosce Luigia Sorrentino che legge la sua poesia:
lo ha seguito
nel fitto degli alberi
già così scura la macchia
la piccola onda
ha smarrito la strada
nelle crepe del tempo
la lingua del muschio
fa tacere ogni luce
Uno degli arcani presentati è «La Morte»:
E adesso è Alberto Toni a leggere la sua poesia, dal suo libro Nomos:
Il
tratto dei misteri ci dice che domani
compiremo
il viaggio di conoscenza-
Dio
lo sa nel silenzio che attraversiamo,
in
folle corsa e minime pause stagionali.
Un
raggio finale e doloroso.
E
tutti gli oggetti allineati sul tavolo
per
il ritorno.
Qui ci sono Giulia Napoleone e Marco Caporali. Anche lui ha portato una sua poesia, intitolata Davanti al fuoco:
Lascia che ciascuno
intraveda la sua immagine
in quel rogo di
scheletri ed alberi
che la preistoria
invade.
Un cuneo che ci
innerva nella creta
un calcolo di beni
più vasti del presente
che con ansia
fuori di sé si volge
impongono una stabile
dimora.
Le puoi rivoltare sul
foglio
le tue riserve spente
che si susseguono in
remote terre
pacificate, dai venti
erose
mentre le vette
altrove s’inabissano
irte, incompiute
minacce. E’ un mosaico marino
che in cristalli si
sfalda
e ci predice, nomadi
all’origine rivolti.
Fuoco su fuoco. Questo quadro è dedicato al mito di Efesto:
Baldo Meo ci legge la sua poesia, dal titolo La cerimonia esemplare:
Acqua di vite,
mercurio, vetriolo
filtro della lunga
pazienza,
veglia dell'esperienza
per una
inconciliata soluzione.
Per il pensiero
che è consolazione
e il desiderio che
è fastidio
nell'affetto vago
ma accorto,
esordire e'
vivificare.
Ma facile non è
voce che dura
per fare e per
trattare
per il vento
eternale
e il ritmo rituale.
E come parlare
all'estremità
degli accidenti
-assorto-
la parola
fuggitiva,
la sostanza
virtuale?
Ci ha raggiunto Elio Pecora. A lui dedichiamo La Temperanza:
Ed eccolo mentre legge Sogno 2:
L’aveva
fatto passare,
anche
stavolta
non
disse niente di sé.
Discesero
insieme una strada,
pronunciò
un nome,
un
nome che non conosceva.
Rimasero
a lungo in silenzio
prima
di allontanarsi,
senza
un cenno, un saluto,
ciascuno
verso un suo luogo.
Questa che segue, invece, è la mia poesia. S'intitola L'arte della previsione:
Verso sera, i gomiti sulla ringhiera,
Si va incontro a un’improvvisa limpidezza.
La polvere del giorno decanta
Minuscoli grani di pensiero.
Sembra più alto, il cielo. L’ippocastano
Piega i rami sulla corona di ortensie
E le sue voci si fanno profonde
Come un fuoco di cori segreti.
I gomiti sulla ringhiera, ancora calda,
E il cielo sempre più alto.
Hanno partecipato inoltre, di presenza o con i loro versi, Daniela Attanasio, Silvia Bre, Anna Cascella Luciani, Biancamaria Frabotta, Gabriella Sica. E naturalmente la splendida padrona di casa, Marisa Di Iorio. Rocco Micale ha prodotto un piccolo catalogo della mostra, contenente gli interventi critici di Gianpaolo Trotta, Antonina Greco, Raimondo Burgio. La mostra è aperta fino al 23 ottobre.
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