Anna Cascella Luciani, I tre tempi (2014)
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© Rino Bianchi, 2010 |
I
per me morire ancora -
prima della morte -
non avrei mai -
immaginato per me -
una tale sorte - una tale
vecchiaia abbandonata -
che io fossi malata
a me era chiaro -
ma lasciando la mia
via a Roma - no
non pensavo di averne
solo disagio - solo
sofferenza - si stringe
addosso il cappio
della mercanzia del noto
orrore - dolore
deriva - spargimento -
(nel film di Magni, Emilia
sposa di Scipione -
in dialetto purissimo
la si sente dire "salvamo armeno
li nomi de li superstiti" -
e se ne va in campagna
- a Literno - "porto
la pupa" - da adulta
ricordata madre
dei Gracchi - tribuni
della plebe - assassinati)
II
la testa di uno
decollato ho sognato
dentro uno scatolone -
un trasloco traslato -
una sovraimpressione -
era la testa di Cristo
non di San Giovanni
e della testa di Cristo
tagliata non s'è sentito
mai - pure era Cristo
- uno dei tanti -
un uomo una donna
numerose infanzie
e le vecchiaie - nei campi
- profughi dalla Siria
ultimamente - e rifugiati
in Giordania e altrove
sparsi - e i bruciati vivi
presi a calci a pugni
fratturati - gettati
dentro un forno -
una fornace - (in un blog
l'altro giorno - sul Web
un uomo pareva dire
"può ancora quanto
ha scritto Franco Fortini
servire a capire
come capire questi
orribili tempi - o come
agire?")
III
Non so - non saprei dire
ma ricordo dei suoi versi
alcuni inviti "O dèi
inesistenti, proteggete
l'idillio, vi prego" -
e l'infera - costante
slabbratura - l'immedicabile
faglia tra la gioia
che anch'egli avrebbe
voluto intera e la pena
continuamente chiara
"e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo" -
per Franco Fortini, a novembre, nel 2014
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